Travel Blog

Benvenuti sul nostro blog!

Almeno una volta a settimana cerchiamo di pubblicare aggiornamenti, consigli di viaggio e tutorial. Vogliamo condividere con voi il nostro viaggio e soprattutto la nostra esperienza, gli imprevisti che ci possono capitare (in particolare viaggiando con il camper) cercando di essere d'ispirazione e d'aiuto.

Camper e distanze sociali?


Il camper è il modo migliore per poter dire “io resto a casa” anche in vacanza.

#iorestoincamper

Parlando fra amici ma anche ascoltando gli esperti del settore, si dice spesso ormai che il camper sia la soluzione migliore per le vacanze in sicurezza. Rispetto all’albergo o alla casa in affitto abbiamo diversi vantaggi:

  • il camper ci permette di avere spazi propri, esclusivi, da subito
  • siamo direttamente responsabili dell’igiene degli ambienti interni e quindi della nostra sicurezza
  • siamo in grado di preparare i nostri pasti autonomamente
  • abbiamo una dinette o una veranda dove consumare i pasti, magari da asporto ma senza altre persone intorno
  • abbiamo i servizi indipendenti sempre disponibili
  • nel caso in cui la struttura scelta per la nostra vacanza sia affollata, non rispetti le norme o abbia altri villeggianti che non rispettano le distanze sociali o che, per qualche altra ragione, non ci facciano stare tranquilli, siamo liberi di spostarci.
La nostra scatola di lamiera e vetro resina, più o meno grande, più o meno vecchia ci permette insomma di scegliere il livello di isolamento sociale che desideriamo a seconda del momento, delle regole in vigore, delle nostre sacrosante paranoie per la sicurezza nostra e dei nostri cari. La vacanza deve essere relax, riposo e divertimento, scoperta, gioco, buon cibo e non una ulteriore fonte di stress. Siamo tutti concordi nel ritenere che possedere un camper significhi avere un bilocale in ogni luogo che desideriamo: mare, montagna, collina, città. Casa è dappertutto quando vogliamo. Ma adesso è molto di più.
Le strutture di ricezione turistica si staranno certamente organizzando per mantenere un livello di sicurezza adeguato alle normative ma è molto rassicurante non dover condividere sale da pranzo affollate seppur con distanze maggiori, piene di persone accaldate e bambini scorrazzanti. Adoro i bambini ma fermi non ci stanno proprio mai e se hanno chiuso le scuole deve esserci un motivo.
Non dover chiudersi in ascensori promiscui dovendo toccare pulsanti e maniglie che nascondono chissà quali oscuri malanni. Ma soprattutto ci permette di scegliere. Se potremo e vorremo andare al ristorante sarà una scelta. Che ne pensate? Ci sono altri motivi per scegliere il camper per le vacanze quest’anno, oltre ai soliti e a quelli sopra elencati? Gli indecisi, i sognatori che lo desiderano da sempre, cosa faranno?

Il CAMMINO DI SANTIAGO passa da Pistoia!

Il 23 novembre scorso alla presenza del vescovo di Pistoia Mons. Tardelli, del sindaco Tomasi, del vicesindaco di Santiago de Compostela e di varie autorità, l’assessore alla cultura e al turismo Sabella ha inaugurato il Cippo che indica la prima tappa italiana ufficiale del Cammino di Santiago.

Pistoia, già crocevia di diversi cammini religiosi, si troverà così ad accogliere i pellegrini diretti alla meta spagnola. Un’occasione per visitare la splendida città toscana, non ancora inserita nelle più conosciute rotte turistiche.


Castle Combe, il più grazioso villaggio d'Inghilterra

#CasteCombe

Chi non ha mai sentito parlare di Castle Combe avrà certamente già visto qualche foto di questo delizioso villaggio di poche centinaia di anime. Incarna la vera essenza del villaggio inglese old style, così come ce lo immaginiamo nei nostri sogni più romantici. Per onestà intellettuale va detto però che le Cotswolds Hills tutte sono magnifiche, infatti questa zona collinare dell’Inghilterra centrale è stata dichiarata AONB (Area of Outstanding Natural Beauty).

Il villaggio si srotola lungo un paio di vie fra i delicati fianchi di verdi colline nella contea del Wiltshire. Il secolo scorso è stato dichiarato il villaggio più bello d’Inghilterra, anche se ormai sono in molti a contendersi questo appellativo.

Noi ci siamo capitati in un giugno piovoso con un’atmosfera quasi autunnale, direi mistica, e non so proprio dire se il cielo grigio togliesse o aggiungesse qualcosa al fascino di questo villaggio uscito fuori da un dipinto del ‘600. So solo che le immagini non potranno mai restituire l’emozione di trovarsi immersi in un passato ancora vivente.

Castle Combe ha mantenuto il suo aspetto medievale anche grazie a severe regolamentazioni che vietano ad esempio l’uso di insegne luminose. Le casette color miele, alcune vecchie di centinaia di anni, sono quelle tipiche delle meravigliose Cotswolds: completamente costruite in pietra, tetti compresi. Non è raro scoprire qualche statuetta, affacciata dietro il vetro soffiato di una finestra, che pare salutare informando il viaggiatore di esser l’unica abitante di questa cittadina cristallizzata dal tempo.

Per questa ragione Castle Combe è stato il set ideale per molti film e qualche serie tv ambientati nel passato: il Dr Dolittle (l’originale del 1967), Stardust (2008), The Wolfman (2009), nel 2010 Steven Spielberg ha scelto Castle Combe per alcune scene del suo The War Horse. Perfino un episodio della Signora in Giallo è stato filmato qui e alcune scene della serie Robin di Sherwood.


Come raggiungerlo

Ad un passo da Bath e da Bristol e ad appena un paio d’ore da Londra, perdersi una gita a Castle Combe, per chi desidera visitare l’Inghilterra più autentica, sarebbe un peccato imperdonabile. Se non avete mezzi propri, dalle città più vicine si raggiunge agevolmente con l'autobus.


Dove sostare o parcheggiare

Noi abbiamo sostato nel parcheggio a monte del paese, molto tranquillo (quando non ci sono in programma corse nel vicino circuito automobilistico o eventi particolari come mercati o festival).

Coordinate: 51.4979577, -2.2237233


La visita

Da qui il centro si raggiunge a piedi in pochi minuti, arrivando nella Market Place con le caratteristiche Village Pound e Market Cross con le scale in pietra per salire e scendere da cavallo. Da qui inizia la passeggiata alla scoperta di Castle Combe. Vale la pena farla con calma, soffermandosi per un tè o una birra al The Castle Inn con vista sulla St. Andrew Church (che conserva uno dei pochi orologi medievali funzionanti d’Inghilterra) e sul vecchio cimitero con le antiche lapidi sconnesse. O per un pranzo al famoso The Old Rectory Tearoom, ma in questo caso ricordatevi di prenotare qualche giorno prima.

Altrimenti potrete acquistare qualche fetta di torta tradizionale ad una delle honesty boxes, negozi self service improvvisati fuori dalla porta di casa: torta al cioccolato o alla carota, marmellate o succhi di frutta a disposizione di chi ha un languirono pomeridiano, da pagare direttamente nella cassetta della posta. Noi le abbiamo assaggiate entrambe acquistandole in West street, proprio vicino alla chiesa. Se non fosse per i turisti che camminano come formiche in tutte le direzioni in religioso silenzio e chi lavora dietro ai banconi di bar e pub e nei ristoranti, Castle Combe potrebbe sembrare disabitato. Non una persona in giardino o per la strada con l’aspetto di una persona indigena.

Dall’incrocio, che rappresenta il centro cittadino, proseguite sulla The Street fino a raggiungere il By Brook, il fiumiciattolo che fa da specchio alle case della Water Lane, offrendo uno scorcio suggestivo molto interessante… e molto fotografato.

Dall’altro lato della strada vi è il vialetto d’accesso per la The Manor House, una residenza del XVI secolo, oggi sede di un esclusivo golf club.

Quello che non troverete a Castle Combe è un castello, come invece suggerirebbe il nome. Non lo troverete o meglio, troverete solo alcune rovine. Costruito in epoca normanna e trasformato in castello dai Romani ad oggi restano a testimonianza solo alcune pietre a nord del paese.


http://www.thecastleinn.co.uk/castle-combe/the-movies/

https://www.visitbritain.com/it/it/castle-combe


Festival delle Mongolfiere 2019 (Villorba di Treviso - 31/08 01/09)

Ho sempre sognato di salire su di una mongolfiera.

Quel pallone colorato e silenzioso, capace di portarti su nel cielo a vedere il mondo dall’alto, ha il potere di evocare le storie immaginate da bambini di isole e mondi fantastici raggiungibili solo su quel cesto che vola nell’aria come un tappeto magico. Quando ho ricevuto una newsletter che annunciava la quarta edizione del festival mi sono incuriosita ed abbiamo perciò deciso di visitare Treviso, che non conoscevamo, e partecipare poi a questo interessante evento.
Il festival avrebbe dovuto svolgersi in due weekend, il 31 agosto e 1 settembre e il 7 e 8 settembre, ma a causa di previsioni meteo avverse si è potuto svolgere solo nel primo.
In realtà è stato molto difficile per gli organizzatori riuscire a farle alzare in volo già da subito a causa del vento: sono mezzi molto delicati ed hanno bisogno di condizioni particolari per poter volare in sicurezza.

Siamo arrivati all’Ippodromo il venerdì pomeriggio quando ancora non c’era quasi nessuno, a parte i fantini con i loro cavalli che trottavano nel circuito e poche persone sparse fra gli spalti e il prato. Il parcheggio è ampio, asfaltato e quasi completamente ombreggiato per tutta la giornata, perfetto per chi arriva in camper alla manifestazione. Ovviamente non c’è nessun servizio, a parte il bar e il ristorante dell’ippodromo ma si può rimanere per la notte e ci sono un paio di supermercati raggiungibili comodamente a piedi.

Il venerdì nel tardo pomeriggio, prima dell’inizio della manifestazione è stato possibile fare il nostro volo vincolato.
Sono rimasta un po’ delusa perché è stato tutto troppo veloce, non c’è stato praticamente il tempo di rendersi conto che era già tutto finito. Peccato! La prossima volta proveremo il volo libero!

Ovviamente i bambini sono gli ospiti a cui maggiormente è dedicato l’evento e quindi è stata permessa la visita alle scuderie ed organizzato un laboratorio didattico per costruire dei piccoli aquiloni che è stato facile far volare a causa del vento. Infatti per buona parte del pomeriggio il cielo sopra l’ippodromo è stato pieno di puntini colorati e i piccoli si sono divertiti moltissimo. Anche le zanzare però, si sono divertite molto, con tutte quelle gambette che scorrazzavano nel prato!
Dopo cena abbiamo assistito prima ad un bellissimo gioco di luci e musica con protagoniste le mongolfiere e successivamente i fuochi d’artificio hanno concluso la giornata.

La domenica mattina la manifestazione è proseguita con i voli vincolati e liberi ma noi l’abbiamo salutata dando appuntamento al prossimo anno.

È un evento da tenere in considerazione per un weekend fuori porta, magari abbinato ad una visita alla deliziosa città di Treviso, spesso a torto ignorata a favore della vicina Venezia. Tra l’altro Treviso offre ben tre aree di parcheggio per camper di cui una attrezzata con CS ed è vicinissima alla stazione.

Il prezzo del biglietto per il Festival, almeno per il 2019, è di 5€ mentre se in abbinamento al volo vincolato è di 12€ a persona.


www.comune.treviso.it



Neanderthal, Germania - Una meta interessante per tutta la famiglia

Neanderthal, cioè la Valle di Neander, in Germania vicino a Düsseldorf, è il luogo di ritrovamento, nel 1856 da parte scavatori di calcare, dei resti dell’Homo neanderthalensis, un ominide tutto nuovo che ha dato nuovi spunti alle teorie evoluzionistiche.

A poche centinaia di metri dal luogo del ritrovamento, il museo affronta la storia dell’evoluzione umana dall’australopiteco all’Homo Sapiens Sapiens (cioè noi) attraverso la rappresentazione dei vari ominidi con statue di cera bellissime.
Inoltre viene affrontato il tema dell’evoluzione delle capacità sociali, comunicative e tecnologiche umane anche attraverso laboratori per i più piccoli. Purtroppo le audio guide sono solo in tedesco ed inglese e quindi poco fruibili per i bambini ma è comunque disponibile un libretto tradotto in italiano, da restituire alla fine della visita. All’interno del museo trovano posto anche un bar e uno shop.
Per chi viaggia in camper è possibile parcheggiare alla stazione e raggiungere il museo con una breve passeggiata, segnalata, all’interno del boschetto che circonda il museo, oppure nel piccolo parcheggio per bus fra il museo e la zona del ritrovamento.
Per la sosta notturna invece vi consigliamo il parcheggio del Neanderbad, che ha due posti dedicati ai camper. Non vi sono servizi ma è gratuito e senza limiti di tempo, in piano ed ombreggiato. Il Neanderbad è un parco acquatico, con piscine all’aperto e al coperto, per grandi e piccini con scivoli, trampolini, sdraio ed ombrelloni, bar e docce ad un prezzo ragionevolissimo, come di norma in Germania.
Per i più sportivi da qui partono diversi percorsi segnalati nel bosco, da fare in bici o a piedi, attraverso i quali si può raggiungere anche il museo.


https://it.m.wikipedia.org/wiki/Valle_di_Neander


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