Travel Blog

Benvenuti sul nostro blog!

Almeno una volta a settimana cerchiamo di pubblicare aggiornamenti, consigli di viaggio e tutorial. Vogliamo condividere con voi il nostro viaggio e soprattutto la nostra esperienza, gli imprevisti che ci possono capitare (in particolare viaggiando con il camper) cercando di essere d'ispirazione e d'aiuto.

Lettera per Caterina, da donna a donna.

Ecco qui di seguito il testo con il quale abbiamo partecipato al contest. Ce lo avete chiesto in molti e ne siamo lusingati, grazie a tutti quelli che ci seguono con tanto affetto, non ce lo aspettavamo, ci riempie il cuore... davvero! Grazie!


Lettera per Caterina, da donna a donna.

Pazzia o coraggio? Ancora me lo chiedo, adesso che questo viaggio è finito. Chissà quale sarà la tua opinione quando sarai adulta e ti guarderai indietro, quando guarderai a quello spicchio d’infanzia in cui tutto è cambiato. In cui abbiamo barattato le certezze per la libertà, in cui, insieme, abbiamo dato il via ad un esperimento bellissimo. Vorrei che tu leggessi questa lettera, che ti scrivo oggi, solo quando sarai grande. Vorrei in questo modo parlare oggi all’adulta che sarai diventata.

La scelta di partire per un lungo viaggio vivendo in un camper è maturata lentamente. Stavi crescendo e a volte, a me e papà, ci pareva di non conoscerti nemmeno più: stavi diventando grande e sentivamo di non avere nemmeno il tempo di ascoltarti come avremmo voluto e dovuto. Eravamo insoddisfatti nel nostro ruolo di genitori, i giorni passavano uno dietro l’altro senza controllo, gli impegni non finivano mai, i momenti per stare insieme erano sempre meno. Non sapevamo nemmeno più se il lavoro che facevamo fosse un’abitudine o una scelta. Rimandare la felicità ad un futuro indefinito non bastava più a placare l’ansia.

Abbiamo deciso quindi di prenderci una pausa. Non una vacanza, ma un periodo bello lungo che fosse in grado di segnare le nostre vite, di fare tabula rasa nei pensieri per permettere al nostro vero io di venir fuori.

Mi era capitato di leggere un articolo, diversi anni prima, che parlava di una famiglia che viveva viaggiando, lavorando da remoto. Quella storia aveva messo un seme nei miei pensieri, che poi era germogliato. Per anni avevo coltivato quell’idea finché anche papà si è convinto e anzi, è diventato lui quello più sicuro e deciso. Certo, i bambini di quella famiglia erano piccoli ma forse noi eravamo ancora in tempo e così ci siamo organizzati.

Anzi, devo dire che poi, il fatto che tu non fossi troppo piccola, ci ha permesso di condividere con te il viaggio in maniera totale. Sei stata coinvolta in tutto, hai avuto le tue responsabilità che non si sono limitate allo studio ma anche a qualche piccolo lavoretto di routine. Inoltre le tappe sono state organizzate anche venendo incontro alle tue esigenze, sia di gioco che di apprendimento. Quanti parchi gioco e quanti musei! Ricordi?

Quando abbiamo iniziato a lavorare sul progetto di questo viaggio non sapevamo niente di camper, sapevamo solo che ci affascinava questo modo di viaggiare lentamente portandosi la casa dietro. Prima di acquistare il nostro Hymer del 1991, avevamo fatto una sola esperienza con un mansardato a noleggio, per un weekend lungo sul lago Trasimeno. Quel venerdì sera partimmo con una pioggia battente, tuoni, fulmini e tir in autostrada che strombazzavano stizziti a fare da colonna sonora. Spaventati da valanghe d’acqua che ci inondavano ad ogni sorpasso, spostandoci di lato. Il camper poi ci dette diversi problemi che non avevamo idea di come affrontare. Non riuscimmo ad accendere la stufa e nemmeno il boiler. Su una discesa ripidissima si accese la spia dei freni! Ma non ci lasciammo spaventare. Decidemmo solo che il mansardato non faceva per noi e che avremmo voluto conoscere ogni piccolo dettaglio della nostra futura casa su ruote prima di metterla in moto. Volevamo dei letti sempre pronti, spazio sufficiente per tre persone, un arredamento interno solido e tanta luce. Non ci serviva un mezzo veloce in quanto non era una vacanza quella che progettavamo ma un viaggio importante. Avevamo bisogno che avesse autonomia visto che volevamo spostarci fra aree di sosta e zone dove la sosta libera è consentita e che fosse affidabile, con un motore potente e dotato di ruote posteriori gemellate per aumentarne la sicurezza. Mi sono innamorata del nostro immediatamente, da una foto, ed è piaciuto tantissimo anche a papà.

Di Ciaone, il nostro meraviglioso motorhome, ho un ricordo indelebile di quando siamo andati a vederlo la prima volta, sulle colline di Firenze per incontrarne il proprietario. Il tipo, capelli e barba lunga, sulla cinquantina, ci ha guidati con il suo 4x4 su per strade dissestate in mezzo a campi fra piccole porzioni di boscaglia; lo seguivamo con la nostra auto, per niente attrezzata per simili percorsi, cominciando a temere di ritrovarci sul set di “Non ci resta che piangere”. Ad un certo punto però, dietro una curva, inerpicato su un poggetto brullo lo abbiamo finalmente visto ed è stato subito amore incondizionato.

Mentre stavamo parlando con il proprietario, sentimmo il chiacchiericcio allegro di un uomo e una bambina avvicinarsi con un motorino, scendendo giù per un sentiero dal bosco confinante. Dal set di “Non ci resta che piangere” ci siamo ritrovati sul set de “Il ciclone”: il tipo che scendeva dal boschetto con un motorino blu era proprio il Pieraccioni, con la figlia, che passando ci ha sorriso e salutato con quella sua classica espressione. È stata una scena surreale, proprio come nei suoi film.

Altra questione da affrontare, che ci spaventava un po’, era la scuola: le tue insegnanti e la preside sono state fortunatamente molto comprensive e hanno collaborato al progetto permettendoci di seguire il programma via whatsapp con videochiamate e foto. È stato bello fare la quarta elementare insieme. Siamo rientrati due volte in aereo, per interrogazioni e verifiche e sei stata bravissima, come al solito. A dicembre abbiamo lasciato Ciaone in rimessaggio in un campeggio a Valencia, in Spagna. E a maggio in un parcheggio di un hotel con formula “park and fly” a Bordeaux, in Francia.

Ci hanno ritenuti idonei per provvedere direttamente alla tua istruzione e non è sempre stato facile fare l’insegnante della propria figlia perché il rapporto è diverso, ma devo dire che questa sfida, seppur dura, è stata molto stimolante anche per noi.

E poi viaggiando abbiamo avuto spesso l’occasione di osservare direttamente quello che abbiamo letto insieme sui libri.

Abbiamo avuto modo di osservare da vicino le differenze e le similitudini dei vari paesi europei, da un punto di vista geografico, storico, antropico, tecnologico. Abitazioni diversissime a seconda del clima e latitudine ma anche della cultura. Abbiamo parlato della storia di ognuna delle zone che abbiamo attraversato. Ed abbiamo imparato anche qualcosa delle lingue e delle espressioni artistiche di ogni paese che abbiamo vissuto. Spero che ti rimanga almeno un po’ di tutto questo.

Adesso hai ripreso la scuola regolarmente, reintegrandoti nella tua classe. I compagni ti aspettavano a braccia aperte, siete davvero un bel gruppo. Hai ripreso anche con la pallavolo. Anche lì hai molte belle amicizie. Ti vedo serena e molto più matura. Hai affrontato il rientro senza troppa fatica e con impegno e determinazione. Siamo molto orgogliosi di te.

Non siamo più le stesse persone, nessuno dei tre; non sappiamo ancora cosa ci riserva il futuro ma infondo chi è che lo sa?

Adesso abbiamo tantissimi progetti, ognuno di noi tre ha i propri e ne abbiamo alcuni comuni. Ma tutti hanno lo scopo di renderci liberi. Non ti sto dicendo che non dovrai lavorare. Eccome! E anche duramente. Cerca sempre però di fare quello che ami e non sarà pesante lavorare. Soprattutto tieni sempre gli occhi aperti: non lasciare che il mondo fuori prenda il posto del tuo mondo dentro.

Con infinito amore,

la tua mamma